Money: must be funny in the rich man's world

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  1. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    N
    on ti presta granchè attenzione. Sembra volerti ignorare e spingerti ad una lotta di frecciatine e di sguardi accesi. Riesce a tenerti testa ebbene tu conosca l'effetto, non indifferente, che fai su ogni persona: ammaliatore, grande seduttore, perfetta compagnia insomma. Anche molto intelligente ed il fatto che tu sia proprietario di un'intera fabbrica di cioccolato attrae tutti gli amanti di dolci facendoti guadagnare fior fior di quattrini. La tua vita sarebbe perfetta se tu non ti divertissi a prendere in giro le donne e a sfruttare la carica che fai su di esse, stessa cosa vale per gli uomini che rimangono affascinati da te. Nega la tua vicinanza, la tua voce, non si domanda nulla di te e neppure vuole stringere contatti pi vicini della parola. Nulla gli interessa. Gli provochi quasi ripudio. Dovresti provare con una seconda tecnica, non credi?
    CITAZIONE
    «Chi me lo impone, signor-dagli-occhiali-scuri?»

    Imporlo domanda? Beh tu ovviamente "Signor dagli occhiali scuri" o come ti ha appena chiamato. Il tuo problema, Luca, è che non pesi le parole e prendi ogni rifiuto e ogni invito come un "Avanti caro Gianluca, prendimi! Sono solamente qui per te! Nella mia vita c'è posto solo per te e neppure per mangiarmi un panino o guardare la televisione con la mia famiglia!" Ammesso che le persone che cerchi di accaparrarti abbiano una famiglia. Il più delle volte le famiglie le hai distrutte tu stesso, quando poi gli interessati vengono a prendersela con te, causa dei loro mali, fingi di non conoscerli. Sei veramente fastidioso per non darti aggettivi peggiori. « Beh, non sto imponendo assolutamente nulla. Ma leggo nei tuoi occhi che fissano ardentemente i miei occhiali in cerca di un accenno sul loro colore, che tu, desideri baciarmi. O quantomeno che ti sfiori. Lo fanno tutti! » Beh, quindi pensi che se lo fanno tutti anche per un bambino sia la medesima cosa? Dargli del bambino un po' cresciuto non gli renderebbe molta dignità di quanta ne ha persa in ogni caso. Ti mordi perciò il labbro inferiore avvicinandolo alle sue. Chi ti resiste è molto bravo e capace. « Davvero non vorresti baciarmi, Dietrich? »
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  2. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
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    "M
    a sentilo, così sicuro di sè da provocarti un'adrenalinica voglia di alzarti e aprire la portiera della macchina e catapultarti fuori a costo di finire sull'ìasfalto e rotolare per kilometri. Respiri. E' strano il come tu, continua a respirare cercando di calibrare esso per non sembrare troppo spaventato dalla situazione.
    L'uomo nero ti fa paura, piccolo Die? E dire che hai scopato con così tanti neri! Se quelli non ti hanno fatto paura, perchè adesso quest'uoo dallo sguardo celato riesce ad impressionarti tanto con le sue parole?
    CITAZIONE
    « Beh, non sto imponendo assolutamente nulla. Ma leggo nei tuoi occhi che fissano ardentemente i miei occhiali in cerca di un accenno sul loro colore, che tu, desideri baciarmi. O quantomeno che ti sfiori. Lo fanno tutti! »

    Quindi è questo ciò che pensa? Se tutti vogliono baciarlo allora anche tu, automaticamente fai pèarte di quella gente?
    Ti lasci scappare un leggero sorriso nel mentre ti ritiri indietro ancora a quel contatto. Cos'è che non ha ancora capito da te? Pensava di acquistare un bel cane da compagnia, magari fedele, un cucciolo da accudire ed amare, da pettinare e coccolare?
    Oh, ma non esiste. Tu sei quanto c'è di più lontano da un cane. I tuoi stessi occhi grandi, dal taglio netto, lo suggeriscono: più che un cane, appunto, potresti essere considerato come un gatto. Impalpabile, accomodante, ma soprattutto sfuggente. Un gatto, poi, non è fedele per nulla. Va dove la convenienza lo richiede.
    Ti sistemi meglio, incrociando entrambe le braccia al petto e scuotendo leggermente il viso. Il tuo lieve sorriso continua a non spegnersi, anzi a restare vivo nel momento in cui lo risenti parlare.
    CITAZIONE
    « Davvero non vorresti baciarmi, Dietrich? »

    «Io non sono come gli altri...signore-dagli-occhiali-scuri, non te lo ha detto nessuno?» dici semplicemente voltando il viso di lato così da non trovarti le sue labbra davanti. Non puoi cedere, sei tu che dirigi i giochi Dietrich. Sei tu che detti legge! «Non sempre si ottiene ciò che si vuole...dalle persone che si vuole.»
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  3. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    L
    a domanda che ti viene in mente di fargli sarebbe se conosce qualcosa di te oltre che il nuovo soprannome che ti ha affibiato. Non sa nulla del giovane Riboldi, esponente della casa del padre, proprietario di una grande, ma cosa, enorme fabbrica di dolciumi, ricco sfondato, pieno di servitù e viziato. Orrendamente viziato da far paura perfino all'Imperatore. Riesci ad ottenere tutto, con o meno forza.
    CITAZIONE
    «Io non sono come gli altri...signore-dagli-occhiali-scuri, non te lo ha detto nessuno?»

    . Sorridi benevolo facendo schioccare la lingua e rimanendo con la bocca semi aperta, il sospiro lieve e gli occhi che da dietro le lenti penetrano la sua carne con malvagia curiosità. Lo offenderai di certo, ma ti diverte quel ragazzino, come mai ti ha divertito nessuno prima. Gianluca Riboldi, bello, ricco, seducente, intelligente quando serve, bello quanto basta da apparire un fotomodello, ora, in quel momento fatidico, stava in macchina con la puttana più giovane che aveva mai pagato, o meglio rubato, al bordello natio. Un piccolo uccellino costretto a migrare fuori dal suo nido fin quando il nuovo padrone non avesse desiderato qualcosa di ancor più nuovo e sconosciuto da attirare i suoi occhi intensi e viola. « Nessuno mi ha mai insegnato a distinguere puttane e puttane, microbo. » Borbotti sistemandoti il ciuffo fastidioso che fino a poco prima pizzicava la cornea iridescente. A meno che la cosa non lo toccasse e la sua esistenza utile solo ad aprire e chiudere le gambe non lo turbasse affatto anzi, che gli piacesse, si sarebbe sicuramente sentito offeso. Ma infondo, a te cosa importa? Lo porterai a casa, gli farai vivere qualche mese in quella tua splendida villa piena di ogni oggetto desiderabile, e poi lo riporterai lì. In strada non lo abbandonerai semplicemente perchè è un bambino. Tutto qui. Nulla di più semplice che questo e non ti aspetti nemmeno di affezionartici troppo e intrattenere anche altri rapporti dopo la convivenza, è troppo piccolo e acerbo, sebbene a te piacciano i corpi flessuosi e piccoli, maschili o femminili poco importa, questo lo senti ancora troppo minuscolo, forse ti ricrederai, forse no. Tutto da vedere.
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  4. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
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    "L
    a sua voce è sicura e sprezzante quasi quanto quegli occhi che, da dietro le lenti scure, hanno preso a scrutarti, guardarti come se fossi carne da macello. Una vacca da monta, uno stallone ancora indomito. Non ti sei mai fatto troppi problemi per come i tuoi clienti ti chiamassero: bastavano i soldi a fare felice il piccolo Die. E potevi essere chiamato nel modo che più preferivano, da Mario a Gesualdo. Infondo il tuo nome hai sempre tentato di non usarlo nei tuoi rapporti. Magari Die, Dié come si divertiva a chiamarti Janet...ma mai il nome completo. Quella, al contrario di tutto ciò che sei, p una elle poche cose rimasta intatta...non sporca. Il tuo nome. "Come ti chiami?" erano soliti chiedere tutti. "Tu come vuoi chiamarmi?". E tu, prima che potessero ribattere eri già sul loro membro duro a strusciare su di esso il tuo piccolo orifizio già violato da diverso tempo e diverse persone. Infondo, il nome non è la cosa importante, non è quella principale. L'importante per te sono i soldi. "Una rosa anche se non la chiamo rosa profumerebbe ugualmente!", nella tua mente la voce di Janet sussurra quelle parole come un rimbombo. Ricordi lei, le citazioni di Romeo e Giulietta...e quella storia, quel libro che tanto ami. "Lo-li-ta".
    Un nome, a differenza del tuo corpo, non si infanga se non lo si è mai pronunciato per intero, o almeno è ciò che la tua mente pensa.
    CITAZIONE
    « Nessuno mi ha mai insegnato a distinguere puttane e puttane, microbo. »

    "Puttana" non è certo un nomignolo nuovo per te. "Troia, baldracca" ne hai dovuti sopportare di molti. "Piccolo bastardo". Non saranno di certo le sue parole a ferirti tanto da piangere, oh no...affatto. Hai imparato a deglutire e soccombere ad ogni tipo di insulto. Se è per i soldi, sei disposto a tutto. Non è forse per questo motivo che ora ti ritrovi seduto sul sedile della macchina di quest'uomo. «E nessuno ha mai insegnato a me a distinguere coglioni senza occhiali da coglioni con gli occhiali! Ma senti, che coincidenza signore-dagli-occhiali-scuri!» sbotti, incrociando le braccio al petto mostrando un sorriso irriverente, da presa in giro.
    Sei una piccola vipera, Die. Una serpe che si insinua nelle menti altrue, le giostra a suo modo, si fa desiderare, agognare...e poi le distrugge, insieme al loro portafoglio, facendole agognare di quell'amore contorto e malato che solo tu sai sai donare.
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  5. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    S
    a certamente come ribattere, non c'è alcun dubbio su questo. Il carattere lo ha e potrebbe vendere un po' di orgoglio e altezzosità a tutti nella piazza del mercato, ma una cosa è certa, non aveva ancora incontrato, fino ad allora, Gianluca Riboldi. Nato da una famiglia disastrata, affidato a persone diverse, preso dal nonno che gli ha donato in eredità tutto ciò che aveva: importante nome, imponente casato, grande o meglio gigantesca fabbrica di dolci e denaro. Tutto può avere, tutto può desidderare, poichè le sue mani possono ottenere qualunque cosa. Possono plasmarla a loro piacimento e possono godenre fino a quando non si sentono sazie.Ti avvicini a lui prendendolo con forza per le spalle e trascinandolo sulle tue ginocchia. Desideri, adesso, godere di quel corpo, facendolo sospirare forte, per poi non donaragli nulla. Ridi in seguito ai tuoi malsani pensieri. « Facciamo una scommessa piccoletto. Te lo concedo proprio perchè mi piaci.. ». Già, il motivo è che nessuno si era mai permesso di rispondere a tono al grande Luca, come ti fai chiamare tu. Non c'è nulla di strano in questo: la tua aura incute timore e fascino, nessuno vorrebbe mai inimicarsi qualcuno come lui, sebbene lui sia fortemente attratto da chi mostra di disprezzarlo fino alla morte. Lui è diverso, risponde, si da le arie, si gonfia come un pesce palla e cerca di demolirti facendo il prezioso: ma niente funzionerà e conosci anche tu stesso, Gianluca, che cosa sei in grado di fare. « Se io riesco a farti implorare di fotterti qua dietro.. » dici palpando le due natiche del ragazzino con mano piena e aperta. Le dita che affondano nella pelle giovane e liscia. Un profumo inebriante che emana. Una donna, proprio come una donna. Una pausa di silenzio e poi riprendi lentamente « ...Allora tu starai con me, fin quando lo decido io. » dici avvicinandoti pericolosamente al suo viso e sospirandovi sensualmente sopra, ancora un momento di silenzio tombale, e poi finisci il tuo discorso « In caso contrario ti butterò fuori da questa macchina all'istante. » e concludi in un sorrisetto compiaciuto. Vincerai. « Intesi piccolo Dietrich? ». E senza preavviso gli affondi il viso nel collo, senza muoverti, senza solleticare, solamente inspirando il forte profumo della sua carne bianca e liscia. Pura non lo è certamente, ma non ha perso quel candore che la rende comunque, e in ogni caso, perfetta per i tuoi denti.
    Vorresti morderla, dissacrarla tu per la prima volta, distruggerla sotto ai tuoi denti riempiendola di lividi. E' quanto di meglio tu possa agognare da un corpo più giovane del tuo: e di solito, non vai con persone più vecchie di te. E' capitato solamente una volta, ma quella donna, ahh..quella donna, era perfetta. Rossa fiammante, sinuosa, lunga e velenosa come una vipera. Bella da morire: seno prominente, chioma luccicante e morbida, occhi scuri e sottili come spilli. Aveva 27 anni e ne dimostrava 18 da come bello risultava il suo corpo.
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  6. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
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    "L
    e sue parole ti tamburellano in testa di continuo quasi fossero una continua cantilene che non vuole smettere ancora di assillarti. Si crede così bravo, così fantastico così infallibile? Pensa persino di poter essere milgiore di te, di una puttana! Che stolto, che stupido! Come può anche solo pensare la sua testolina una cosa del genere?
    CITAZIONE
    « Facciamo una scommessa piccoletto. Te lo concedo proprio perchè mi piaci.. ».

    Una scommessa, una scommessa con te? Perderà. Ne sei certo, troppo sicuro di te. Lui non può vincere sei troppo bravo, troppo forte. E poi non ha forse appena detto che gli piaci? Non è già un margine di vantaggio per te, che invece, non sei interessato proprio a nulla se non hai suoi soldi? E ai suoi occhi, devi ammetterlo. I suoi occhi che non sei ancora riuscito a scorgere...ti interessano parecchio.
    CITAZIONE
    «...Allora tu starai con me, fin quando lo decido io. In caso contrario ti butterò fuori da questa macchina all'istante. »

    E' così sicuro di sè, così sicuro di vincere che ti verrebbe da ridergli in faccia, conciso e schietto come sei sempre. «Allora, mi sa proprio che perderà, signore-dagli-occhiali-scuri» sbotti di conseguenza, allungando le braccia al suo collo per farti leggermente più vicino, sentendo le sue mani sotto ai tuoi glutei. Puoi permetterti tale vicinanza, potresti persino permetterti di stare totalmente avvinghiato a lui da nudo che vinceresti in qualunque caso. Con quale coraggio vuole battere te, una puttana?
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  7. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    E'
    inutile. Non riesci a resistere al fascino dell'ignoto. Di questo piccolo essere così "Maturo" al suo interno. Da quella lingua, seppur in modo latente, quasi invisibile, biforcuta come quella di un serpente: una biscia velenosa e insidiosa che non ci mette molto a mordere e ad uccidere a suon di insulti o parole. Non sei in grado di staccargli gli occhi di dosso, neppure per un minimo secondo. Ti avvicini maggiormente al suo viso, la tua splendida auto laccata perfettamente di nero passa sotto ad una fila di lampioni messi gli uni dietro gli altri, come pioppi ombrosi, e le lenti scurissime dei tuoi occhiali sbrillluccicano sotto l'effetto dello spiraglio di luce dai vetri altrettanto neri. Non li vedrà quegli occhi tanto scurtatori e suadenti. Non li divorerà con gli occhi al solo primo sguardo. Non li ammirerà. Non è ancora giunto il suo momento.
    CITAZIONE
    «Allora, mi sa proprio che perderà, signore-dagli-occhiali-scuri»

    . Ti sfida. La accetta e ti sfida a sua volta. Si avvinghia al tuo collo, si stringe, si avvicina a sua volta mentre lo accarezzi. Che le vostre danze di sguardi e parole comincino a volteggiare nell'abitacolo. «Io non credo Dietrich. Non credo proprio», sussurri il suo nome con un accento italiano marcato. Conoscerà il fascino della tua lingua d'origine? Oppure se ne fotterà altamente della maniera in cui parli? Del tono sensuale con cui pronunci ogni parola calibrata alla perfezione? «Chiamami Gianluca, penso che ormai la situazione sia tale da potermi dare del tu, non ti pare?» parli con timbro tranquillo, rilassato. Per nulla provocatorio o sensuale, per nulla intimidatorio. « Tornando alla mia piccola scommessa.. » riprendi dunque il discorso appena cominciato avvicinandoti alle sue labbra. « Io scommetto che prima di arrivare a casa mia mi starai implorando di farmi il tuo corpicino in macchina invece di aspettare il letto. Ci stai? »


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  8. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
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    "T
    i fa ridere. Ti fa maledettamente ridere il modo in cui è sicuro di se, sicuro di averti, possederti, ma soprattutto vincere la scommessa da lui stesso posta. Pensa seriamente di essere più bravo di te nel contatto fisico? Tu eri il diamante del tuo bordello. Sa cosa ciò può significare? Significa che nulla più eguagliarti. Nessuna puttana, nessuna donna o uoo che sia è stata mai tanto brava da prendere il tuo primato allinterno della Casa D'Amore in cui hai vissuto per così tanto tempo. Hai soggiogato persino tuo zio, e questo senza rendertene neppure conto. Cosa vuole fare lui a te che tu non abbia già visto fare ad altri?
    "Io non credo, Dietroch" sussurra con forte accento italiano, marcando il tuo nome. Deve averlo fatto apposta, ne sei certo. Hai avuto clienti italiani, ma il loro accento era diverso. Dicevano di essere calabresi o siciliani. Il più delle volte li vedevi per cinque, massimo sei sedute e poi scompavivano dicendo sempre la solita frase: "Sei stata una delle più belle scopate di tutti i tempi. Dio, sembrava avessi il culo vergine ogni volta che ti venivo dentro."
    Tu sorridevi, facendo spallucce e accaparrando da bravo bambino tutti i soldi che ti davano. Più le mance.
    Erano complimenti i loro? Forse, tu hai sempre pensato lo fossero.
    CITAZIONE
    «Chiamami Gianluca, penso che ormai la situazione sia tale da potermi dare del tu, non ti pare?»

    "Gian...luca..." ripeti mentalmente il suo nome meccanicamente per ricordartelo nuovamente. ' piuttosto lungo, ed è un composto. Ma adesso che dovrai stare alle sue dipendenze dovrai ricordartelo non cred---Non diciamo sciocchezze! Tu alle sue dipendenze! Nossignore! Devi vincere la scommessa, tu puoi farlo e potrai andartene semplicemente da quella macchina per tornare al tuo santuario lavoro di sempre, alle storie di Janet e le scopate programmate.
    «Ci sto...signor Gianluca» dici scostando la bocca dalla sua per poi passare un dito sulla sua guancia, discendi fino al naso per percorrerlo, e poi giù verso le labbra. Le percorri con l'indice bianco e pulito continuando a fissarle con insistenza «Allora...cosa pensa di fare per vincere?»
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  9. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    T
    i sorprende che qualcuno di così piccolo abbia sagacia e fegato da vendere a te: il re delle scommesse, o meglio, il titolo che ti sei affidato tu stesso dal momento che nessuno ha mai osato scommettere contro di te e contro al tuo patrimonio, sebbene esso sia al di sotto di quello dell'Imperatore, e non di poco.
    Tutti erano sempre rimasti a qualche metro di distanza da te, perfino i tuoi servi e Joelle, perfino le persone che erano state a letto con te o che sarebbero finite su quel materasso a condividere carezze focose e umide lenzuola per qualche notte o una solamente.
    Pochi avevano il coraggio di guardarti in faccia o di chiamarti per nome scoperto il "nomignolo" che le puttane che hanno dormito con te nominano. La carta matta del mazzo della sua famiglia: l'erede sfondato dai soldi perfino nel naso e nel ventre. Ovunque, che pullula di fortuna, ricchiezza e della terra su cui il nonno aveva costruito la fabbrica di dolciumi più frequentata di Seohtsuya. Chi potrebbe desiderare qualcosa che non sia tutto quanto possiedi?
    Beh, ovvio, solo due tipi di persone: quelle che non ti conoscono e le puttane, e Dietrich vale per entrambi i casi elencati dal tuo cervello. Non ha ancora imparato a conoscerti, non sa nulla di te e del tuo passato, nulla di quanto vorresti raccontargli potrebbe interessargli anche solo in una quantità maggiore dei soldi. Nulla di più del denaro importa a quegli occhietti tondi e vispi.
    CITAZIONE
    «Allora...cosa pensa di fare per vincere?»

    Che cosa ti domanda? Beh, lo charme non ti manca, e ti basta solamente quello per vincere una sua preghiera invocata di scoparlo letteralmente su quei sedili lucidi e profumati di aroma di pino. Sogghigni portando una mano al suo viso per accarezzarlo con le dita guantate di nero. «Visto che devi vincere anche tu...come penso sia così che desideri... » parli con lentezza mentre le tue dita si soffermano sulle sue labbra per poi venure denudate, dai tuoi stessi denti, del guanto che le rivestiva. Riprendi ad accarezzare i boccioli appena nati di quel bambino sporco di gente malsana e sicuramente privo di passato. « Che ne dici di giocare un po' di...mani? » dici pizzicando le sue labbra con le dita affusolate e pallide. Odorano del tabacco che prima era impregnato nel guanto. « Se da come dici, credi che non riuscirò a vincere...fai qualcosa per mettermi alle strette Dietrich. » E poi torni serio: la mano percorre il mento, si arrampica sulla guancia opposta, scivola sul naso andando di nuovo a piombare sulla piattaforma rosata per poi affondare nei capelli argentei che scivolano sul cappotto scuro. Si insinuano tra il pelo e la fodera pesante ad incontrare il corpo nudo del giovane bambino e lo toccano solo alla base del collo, la spalla, e l'incavo della gola. Non eccedono e non lasciano insoddisfatto insomma.


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  10. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
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    "C
    os'è ciò che vuole, cosa gli interessa veramente da te? Il tuo corpo? La tua voce? I tuoi sospiri, i tuoi gemiti? Nonostate ciò non puoi farlo vincere. Non lui e non questa volta. Stai lottando per la tua sopravvivenza e la tua libertà, per quel piccolo spazio nel mondo che ti stai piano piano costruendo. Stai lottando per il tuo posto nei primati, per la tua popolarità. Come se succhiarlo meglio in tutta Seohtsuya sia davvero un guinnes dei primati.
    CITAZIONE
    «Visto che devi vincere anche tu...come penso sia così che desideri...[...] Che ne dici di giocare un po' di...mani? »

    Il tuo tono continua ad essere di sfida, intimidatorio e strafottente. Guardalo come gongola nella sua compostezza mentre ti sfiora le labbra. Quasi riesci a percepire il suo sguardo fisso sulla tua figura, e ti guarda...ti guarda quasi fossi un cavallo da monta da dover domare. Uno stallone fuori dal suo controllo ma solo momentaneamente. O almeno è ciò che pensa lui. Giocare un po' di mani. Soffochi un leggero sorriso. E' troppo gentile e falso il suo tono. Sarebbe più semplice se cercasse di sbatterti all'improvviso, come una fuoria, lì nella sua bella auto dai bei sedili di pelle che tanto farebbero gemere di piacere metà delle prostitute che abitano il bordello da dove provieni. Donne che si venderebbe alla metà solo per poter provare l'ebrezza di essere prese lì, dentro ad una delle auto più confortevoli in commercio. Ancora meglio dei letti, o per lo meno di quelli che usate voi. L'unico aroma che riesci a percepire è il pino. Forte, ti entra nelle narici, solleticandole, ma non è una fragranza dura...anzi. Ti piace. Per quanto tu ne abbia sentito parlare...non hai mai visto un pino. Vincenzo prometteva tutti gli anni di addobbarne uno a natale nella Casa-d'Amore-In-Affitto, eppure ciò non era mai successo. Vi siete dovuti accontentare di un'ologramma, nel fondo del salone, di un piccolo alberello spoglio, con finti regali posti alla base del trono. Regali invisbili ed invitanti ma che mai sono arrivati; la cosa diveniva sempre più triste, di anno in anno. Hai quasi gioito nel momento in cui la scheda di memoria dell'ologramma si bruciò per l'utilizzo troppo prolungato negli anni. Quasì.
    CITAZIONE
    « Se da come dici, credi che non riuscirò a vincere...fai qualcosa per mettermi alle strette Dietrich. »

    La sua mano, ora sguantata prende a passare nuovamente lungo l'increspatura delle labbra, prima l'inferiore e poi il superiore, mentre attraverso quegli occhiali non puoi ricevere alcuno sguardo. Devi giocare con le mani. Ah, sarebbe stato più semplice se avesse richiesto la bocca! Ma devi pur soddisfare il tuo cliente, no? In più, la tua , a quel punto, sarebbe stata una vittoria fin troppo facile.Stai al suo gioco...ma solo per un po'. « E cosa potrei fare, uh?» sussurri alzando un braccio per circondargli così il collo. Attraverso quel contatto i vostri corpi si sono fatti più vicini così come i vostri volti, ma tu riesci a calibrarti Dietrich...ogni cosa che fai ha un perchè logico nel fondo. Le tue dita sfiorano i suoi capelli lievemente ondulati, neri come la pece e quanto le lenti scure che nascondono i suoi occhi dai tuoi «Cosa posso fare per farti eccitare?» bisbigli nel suo orecchio. Perchè è questo ciò che gli interessa, no? Godere delle tue attenzioni, del tuo corpo sul suo. O meglio, del suo nel tuo.
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  11. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    S
    embra che entrambi ci stiate prendendo gusto a sufficienza. I contatti si fanno più frequenti, più ravvicinati e oltremodo più intensi. Non potevi cercare persona migliore con cui giocare alle scommesse. Ne hai vinte, alcune perse, altre ancora sono in corso in questo singolo momento. Altri stanno per vincere, altri per perdere: e molti ancora non sanno neppure di avere scommesso con te, il re, una notte mentre erano ubriachi fino alla punta dei capelli. « Mi chiedi cosa puoi fare? Mhhh... » domandi portando la mano a stringere i capelli direttamente alla nuca piccola, anzi microscopica. « Ebbene che gusto ci sarebbe per me se ti dicessi tutto, e subito? ». Deve scoprire te come tu stesso devi scoprire ogni cosa di lui. Ogni piccolo particolare, ogni luogo del suo corpo minuziosamente, ogni piccola fibra del suo incarnato bianco latte. Le dita, indice e medio, all'unisono, si muovono scivolando lungo la schiena a solcare la colonna vertebrale con il solo e unico desidderio di farla rabbrividere e contorcersi tra le tue braccia.
    Le sue dita affondano tra i tuoi capelli scuri, il suo corpo si fa sempre più vicino, tremolii sulle sue labbra che provengono dai tuoi sospiri lenti e placidi. E dire che non sei tanto semplice da soddisfare, tu, Jolly. « Saprai giocare sui punti deboli di un uomo, no? » borbotti affondando le labbra sulle sue in un bacio umido. Dura all'incirca qualche secondo: inumidisci la sua bocca portandola a contatto con la tua, leccata precedentemente osservandolo da dietro le lenti fumogene. La lingua penetra con forza toccando la sua, dandole un colpetto lieve, per poi fuoriuscire ritornando indietro con il capo. Non vuoi le sue attenzioni, o meglio: non le desideri ora e tantomeno in una macchina, sebbene essa sia bella, costosa, lussosa e profumata. La mano, a destinazione, si posiziona sotto la natica destra e la stringe con presa forte, come per strozzare un uccellino. Quell'incarnato bianco e imputridito. L'altra prosegue tra i capelli, passandovi attraverso con lenti movimenti di polpastrelli sulla cute.


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  12. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
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    "T
    i era ripromesso niente contatti fisici fra labbra. Tu non baci, Die. Lecchi, succhi, mordi...ma non baci. Non è da te, non puoi farlo perchè è così che ti ha insegno Janet. "La tua saliva non deve mischiarsi a quella di un cliente. Chissà chi avrà baciato prima di te, chissà il saporaccio che avrà in bocca!". E così, nel momento in cui ti spinge contro la sua bocca cerchi di divincolarti, di toglierti dalla sua presa e dal quel contatto anomalo provato solo anni e anni prima...con Victor. Victor dagli occhi belli e chiari, i capelli ramati, quasi aranciati, che ti piaceva tanto toccare con le mani. Victor dal tocco felino e calibrato, dalla lingua calda che tanto ti faceva sospirare di piacere. Baci umidi, sempre bagnati, e dal sapore di menta. Ora, attraverso i tocchi dell'uomo che hai dinnanzi, riesci quasi a ricordarli...quasi. Perchè ti eri ripromesso di non farlo più, di non baciare più nessuno, di non scambiare più nessuna cosa di te con altri. Lasci che affondi nella tua bocca incontrando la tua lingua per uno, forse due secondi interminabili nella tua mente. I suoi baci, al contrario di quello di tuo zio, sanno di tabacco appena fumato. Dovrebbe disgustarti, dovresti distaccarti da lui e spingerlo indietro...invece di piace. Il "bacio" era una sensazione vecchia che ti mancava, quasi nostalgica poichè era la cosa che preferivi di gran lungo rispetto al sesso con Victor. I baci sapevano di dolce e nonostante la foga non erano mai cattivi, il sesso riusciva a farti male ogni volta.
    CITAZIONE
    « Saprai giocare sui punti deboli di un uomo, no? »

    Uomo, donna...che importa? Chi viene da te vuole solo e soltanto una cosa: possederti. Oppure ricevere carezze per tutta la notte, o per lo meno finchè non scade il tempo soggiogato dai soldi. Domini e ti lasci dominare a piacere, per questo sei tanto bravo. «So fare anche di meglio...io li conosco....» dici lasciandoti sfuggire dei lievi sospiri dalle labbra ora umide e dischiuse, tanto vicine alle sue da percepire i suoi di respiri. Fai scivolare a tua volta una mano sulla spalla dell'uomo per poi farla scendere più in basso verso la cravatta bianca. Ne tocchi la consistenza e la stoffa pregiata: una di quelle equivale ad una settimana della tua paga. Deve essere davvero ricco per permettersi cimeli del genere.
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  13. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    S
    embra quasi che il bacio che gli hai dato, forzato o meno, lo abbia gradito, e non poco. Non c'è da biasimarlo, tutti amano essere ricoperti di tali attenzioni, sopratutto se sono baci sulla pelle da delle labbra morbide e sensuali come le tue. Chi non le amerebbe, le tue, Luca? Uh? Poche persone che hanno avuto questo "piacere" ne sono usciti insoddisfatti: uomini o donne che fossero.
    CITAZIONE
    «So fare anche di meglio...io li conosco....»

    afferma di conoscere gli uomini e di conoscere i loro punti deboli: ma ogni umano, come da programma del Divino, è diverso dall'altro e la fortuna vuole, per te, che il tuo punto debole non sia facilmente captabile. E' più una parte femminile, quella che piace venga stuzzicata a te.
    La situazione si sta lentamente trasformando in un gioco di parole, di sguardi, di tocchi fugaci. Non ha ancora captato i tuoi occhi, la loro consistenza, il loro colore scuro, violaceo, mentre tu hai intercettato il suo guardarti sin da subito: ricolmo di interesse, foga, curiosità verso gli occhi celati dietro i tuoi occhiali scuri. « Li conosci davvero, Dietrich? » gli parli con il tuo accento estremamente italianizzato, estremamente interessante a tutte le orecchie che, prima d'ora, mai lo avevano sentito così da vicino e così attentamente. Non c'è dubbio, anche tu sei rimasto folgorato da quello sguardo indagatore e viperino. Grigio come il fumo, come le perle di fiume, come il ghiaccio polare, una distesa di ghiaccio polare per quegli occhi espressivi. Occhi che ti guardano, occhi che ti studiano e ricambiano, cercando di vedere i tuoi, le occhiate che il corpo si sente addosso.
    E ti tocca, ti sfiora e scivola con le dita fino alla cravatta bianca linda: perfettamente stirata la mattina stessa e indossata per una cena di gala che è sfociata, alla fine, in un rapimento di un corpo sensuale da un bordello. E dire che ti sorprende il suo desiderio di vincere la scommessa e darsela a gambe levate quando potrebbe avere ogni cosa, possa la sua mente, desiderare. « Io penso che fra un po' non avrai che desiderio di rimanere con me. » sussurri leccandogli il lobo dell'orecchio e scivolando sul collo. La pelle profuma di bambino, di carne giovane e pulita sebbene i rapporti siano frequenti. Carne morsa sicuramente prima dei tuoi lievi baci "casti". E' la pelle più bella che tu abbia mai visto, tanto vale ammetterlo pubblicamente anzichè tenere il tuo complimento per il tuo neurone sessuale. « Hai una pelle meravigliosa, è la più bella che io abbia mai assaggiato. E i tuoi occhi mi tentano da morire. ». Nulla di più che un complimento, qualche pizzico al suo cervello, qualche lucina che accenda in lui il desiderio di farsi possedere da te. Dal Jolly del mazzo Riboldi.
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  14. morte d'amour
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    Dietrich Lehmann ♣ prostituta
    png
    "T
    i ha mentito. Quel maledetto uomo che non vuole mostrarti il suo viso ti ha mentito lasciandoti quasi di stucco. Ha detto gioco di mani, non ha mai parlato di bocca...non di lingua. Quindi è così che vuole cercare di vincere, barando al tuo stesso gioco? Uomo futile, uomo inutile.
    CITAZIONE
    « Io penso che fra un po' non avrai che desiderio di rimanere con me. »

    «Questo è ciò che credi...tu...» rispondi sghembo fra il tono stizzito e quello di sfida. Esso però si cancella presto dal tuo volto nel momento in cui senti i suoi denti bianchi, visti in precedenza, morderti fugacemente il lobo dell'orecchio. Scende al collo annusando, quasi fossi un dolce su un piattino d'argento posto lì, dinnanzi a lui solo per essere divorato dalle sue fauci.
    CITAZIONE
    « Hai una pelle meravigliosa, è la più bella che io abbia mai assaggiato. E i tuoi occhi mi tentano da morire. »

    In molti ti hanno sempre fatto complimenti in momenti del genere, chi parlava dei tuoi occhi, chi dei tuoi capelli quando ancora li portavi tagliati corti in un caschetto corto, il tipico taglio a scodella che le madri fanno ai loro bambini, per non prendere i pidocchi che, all'epoca, infestavano il bordello. C'era chi parlava del tuo aroma, chi elogiava i tuoi piedini piccoli e rosee e chi, ansimando, godeva del tuo sedere. Scene ordinarie, parole dette e ridette che ormai non erano altro che una cantilena. Promesse di liberazione dette al vento, odore di seme e soldi. Resti in silenio per interminabili secondi alle sue parole incapace di rispondere perchè perso nei tuoi pensieri, nei tuoi ricordi dalla prima volta che entrarsi in quella che è stata dichiarata la feccia della città di Seohtsuya a cui però nessuno riesce a fare a meno. Un feccia ben gradita, alla fine, se i clineti vanno e vengono incessanti nonostante gli aumenti di prezzo e di vita negli ultimi tempi.
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  15. ræzha
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    Gianluca Riboldi ♣ umano
    2zqhg6v
    Q
    uasi tu dicessi bestemmie riguardanti te stesso, ma non c'è da biasimare di certo te che sei tanto bello: se tutti ti bavano sui piedi guardandoti passare. E' la natura che ti ha creato così e tanti complimenti ai tuoi genitori, per tutto insomma.
    Fermo e sicuro di sì non smuove di certo i suoi pensieri a darti retta. « Però hai una grande pecca che non mi eccita per niente, lo sai? » dici in tono canzonatorio portandogli le mani sul sesso ad accarezzarglielo. Le dita sono delicate e profumano benchè tu abbia fumato poco prima. « Un qualcosa che ti manca sebbene tu sia una puttana. ». Già, sai bene cosa gli manca e cosa a te davvero piace. Tu impazzisci letteralmente per quelle donne o quei ragazzini trovati nei bordelli che sono vestiti. Sì esattamente, proprio quella parola hai pensato: "vestiti". Una parola che, letta sul vocabolario, indica un corpo avvolto da indumenti pesanti o leggeri, di diversi colori con dei temi particolari o semplici, a seconda delle stagioni. Un corpicino snello che possa svestirsi davanti a te e farti godere delle parti che lentamente si scoprono davanti ai tuoi occhi spalancati e alle tue labbra che tremano al solo pensiero di poter mordere con fauci piene quella pelle. Per rivelargli una verità occorre che i tuoi occhi ne dimostrino la prova giusto? Tuo nonno ti ha sempre detto che "Gli occhi sono lo specchio della buona e della cattiva verità, mostrali sempre se vuoi far convincere le persone riguardo ad una determinata cosa. I tuoi occhi saranno il Jolly del tuo mazzo!", e tu lo guardavi: gli occhi piccoli e tondi, sognanti verso quella figura tanto imponente, tanto adulta e dai bei capelli grigi che facevano comunque di lui un bell'uomo, nonostante l'età avanzata. Adesso però il Jolly sta nei tuoi pantaloni, nascosto e sempre allegro.
    Poi, porti una mano agli occhiali, quella libera guantata e non alle prese con la pelle di Dietrich; lenta la porti al viso e sfili dagli occhi le lenti scure che li avvolgevano mostrando le iridi purpuree e il tatuaggio nell'occhio destro.
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42 replies since 29/12/2011, 01:53   509 views
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